mercoledì 23 maggio 2018

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Mc 9,38-40

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». 
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».
Parola del Signore 

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco

“In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva»”. La tentazione di ghettizzare è sempre alla porta delle nostre fedi e delle nostre comunità, e il Vangelo di oggi ne è un esempio. "Signore abbiamo visto uno che non è tesserato (che non fa parte del nostro gruppo, movimento, parrocchia, ordine, associazione) e fa comunque del bene nel tuo nome, vuoi che glielo impediamo?"; Forse il mio è un eccesso di semplificazione ma a volte i nostri discorsi suonano un po’ così. Gesù raddrizza subito il tiro: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi». Che tradotto significa: contano più i fatti che l'abito del monaco. Conta più ciò che ci unisce e non la logica di ciò che ci uniforma. Magari essere uniformati in un gruppo e in un’appartenenza ci rassicura, ma pensare che Dio agisca solo “con i nostri” significa offendere Dio che è tale perché può agire anche “fuori” il sistema e non solo dentro. La libertà dello Spirito deve essere costantemente un memoriale per ciascuno di noi a non rinchiuderci, a tenere sempre aperta la porta del dialogo, della simpatia, dell’umiltà. Quando ci si sente migliori allora in noi il cristianesimo ha fallito. Invece la vera discepolanza viene dalla capacità di saper essere discepoli della Verità ovunque essa si manifesti. Dobbiamo essere capacità di saper seguire una cosa vera anche quando è detta dalla bocca del nemico. Dobbiamo essere capaci di permettere a chi agisce secondo verità e giustizia di poterlo fare anche se non è “dei nostri”. È in questo tipo di libertà che si vede la nostra vera appartenenza che non si definisce solamente con le logiche del mondo. Per questo le categorie di destra, sinistra, progressisti, tradizionalisti, nella chiesa sono solo riduzioni di un mistero che non può essere incasellato da sensibilità orizzontali. Ricordiamoci di Gesù: “chi non è contro di noi è per noi”.


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