sabato 5 maggio 2018

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Gv 15,18-21

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Parola del Signore

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco

È bello e terribile allo stesso tempo il realismo con cui Gesù nel vangelo di oggi ci dice sull’effetto che avremo sul mondo: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia”. Ciò significa innanzitutto che la buona novella del vangelo risulta costantemente un corpo estraneo per la mentalità del mondo. Esso ragiona in maniera completamente diversa rispetto a Cristo. Un cristiano non può scendere a compromessi con la mentalità del mondo e allo stesso tempo dire di essere discepolo di Cristo. C’è sempre una distanza, una diversità, una discrepanza che rende la mentalità del mondo incompatibile con il Vangelo e viceversa. È preoccupante quindi quando il cristianesimo non crea “bruciori”. Ciò significherebbe o che il mondo è diventato totalmente regno di Dio, o che il cristianesimo è diventato completamente mondano. Cristo invece è sempre scomodo: consola gli afflitti, ma affligge quelli che pensano di essere consolati. Perdona i peccatori ma fa sbattere il muso a quelli che presumendo di essere giusti si credono migliori degli altri. Racconta la Verità ai semplici e disperde in mille ragionamenti contorti i superbi. Rovina i piani agli egoisti e provvede a chi è capace di condividere. Si schiera con gli esclusi e maledice la sazietà di coloro che pensano di tenere in mano le sorti del mondo. Ecco perché il mondo farà sempre fuori Cristo, e con Lui tutti coloro che lo ricordano, che lo annunciano, che lo testimoniano con la vita. Guai però a godere di questa persecuzione. C’è infatti un perverso piacere che certe volte ci prende nell’essere segno di contraddizione. Un cristiano non è un vittimista professionista. È invece un protagonista, ma sempre alla maniera di Cristo. Con la stessa verità, ma anche la stessa mansuetudine. Armato di perdono e non di disprezzo. Gesù sulla croce perdona, non denigra chi lo ha crocifisso.


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