venerdì 25 maggio 2018

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Mc 10,1-12

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. 
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Parola del Signore

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco

“Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie”. In un mondo dove le cose rotte si buttano, non si aggiustano. In un mondo dove decidono le emozioni e non le libertà. In un mondo dove i piatti di plastica sono più comodi di quelli di porcellana perché possono essere buttati senza fare la fatica di lavarli. In questo mondo la parola del Vangelo di oggi suona come fuori luogo: “Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma". Non nascondo che a volte la nostra vita è imprevedibile e non sappiamo mai che fine fanno i nostri sogni, ma almeno desiderare di amare qualcuno per sempre dovrebbe essere l'alfabeto base di ogni cristiano; al di là di quello che poi ci capita e magari ci costringe a rotte diverse da quelle che avevamo immaginato anche contro la nostra volontà. Ma partire fin dall'inizio con l'idea che il "per sempre" sia qualcosa di non vivibile, significa accontentarsi di un amore che non ci unisce ma al massimo ci usa. In fin dei conti l'adulterio prima di essere un tradimento dell'altro è innanzitutto il mio fallimento come uomo o come donna. E per quanto a volte "ci si vanti di ciò per cui ci si dovrebbe vergognarsi", certi modi di vivere vanno bene per le chiacchiere tra gli amici al Bar, ma non a rendere felici le persone. Quindi invece di sprecare energie ad interpretare Gesù nella maniera più comoda a noi, troviamo il coraggio di prenderlo semplicemente in parola e di lasciare che la vertigine che ci procura la sua radicalità non serve a far nascere sensi di colpa ma ad allargare il nostro modo di vivere. Il dono di una regola non serve a restringere la libertà ma a renderla possibile perché il più grande dramma è trovarsi davanti alla vita e non sapere più appunto come regolarsi. Quello che noi lamentiamo come diffuso senso di insicurezza viene forse dall’eclissi delle regole, che nella foga di rottamarle per sentirci più liberi non le abbiamo prese sul serio nella loro indicazione di fondo.



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