lunedì 7 maggio 2018

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Gv 15,26-16,4

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».
Parola del Signore

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco

“Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza”. È bello pensare che quando Gesù parla dello Spirito Santo, lo chiami il Consolatore. Dio solo sa di quanta consolazione abbiamo bisogno. La vita delle volte ci fa attraversare regioni buie, cariche di afflizioni, di cose che non vorremmo mai vivere. E non ci appaga sapere che tutto questo finirà, abbiamo bisogno di chi possa essere forza per noi proprio nel momento del buio, nell’ora della prova, nello scandalo delle contraddizioni. Ecco che cos’è il Consolatore, è Colui che ci porta un Amore che sana, che sostiene, che illumina, che rende testimonianza all’opera del Figlio. Chi è raggiunto da un Amore così diventa esso stesso testimone e testimonianza. E non importa più se sarà difficile, se saremo incompresi, se non sempre il mondo girerà dalla parte giusta. Ciò che conta avere il necessario per affrontare ciò che avremo davanti. Gesù sta annunciando questo ai suoi discepoli. Non gli sta promettendo che andrà sempre bene, ma sta dicendo loro che anche quando non andrà bene avranno il necessario per affrontare ogni cosa. Ascoltare davvero questa pagina del Vangelo significa lasciare che la Parola converta la nostra idea distorta di fede. La fede non è una rassicurazione, ma una forza che ci aiuta a scegliere anche quando le gambe ci tremano, quando le parole si impastano e i ragionamenti smettono di essere chiari. “Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato”. Il Gesù in cui crediamo gioca a carte scoperte. Non ci nasconde nulla della fatica e anche delle difficoltà di cui è fatto il viaggio della nostra esistenza. Ed è proprio perché lo sappiamo che possiamo fare memoria di ciò che conta. Saperlo non ci risparmia la fatica ma non ci fa trovare impreparati. La memoria delle parole di Gesù ci riposiziona continuamente davanti alla vita.


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