giovedì 3 maggio 2018

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco - Gv 14,6-14

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».
Parola del Signore

Commento al Vangelo di Don Luigi Maria Epicoco

“Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Credo che tutti possiamo essere d’accordo con Gesù nel credere che non esistono altre vie, altre porte, altre strade che portino al Padre se non Lui solo. E ciò significa che da nessun’altra parte, seppur bellissima, si possono trovare strade alternative al Padre, cioè al senso stesso di ogni cosa, al cuore più profondo dell’Essere. Affermare questo significa escludere con decisione ogni altra cosa diversa da Gesù. Ma se con radicalismo evangelico affermiamo che solo il Figlio è la porta d’ingresso al Padre, dobbiamo dire che tante, e a volte misteriose, possono essere le strade che portano al Figlio. È per questo che vediamo strade di verità, di bellezza e di giustizia ovunque, non solo nella nostra religione, e nella nostra Chiesa. Ma sono strade infinite che portano unicamente e misteriosamente sempre e soltanto a Cristo. È Gesù che c’è dietro ogni anelito di felicità, di bene, di verità e di bellezza nel mondo. È Gesù che è nascosto nella bellezza struggente dei colori di Van Gogh o nella musica di Vivaldi. È Lui che come nostalgia abita nelle melodie orientali e nei canti delle Americhe. È Lui che è il fondo di ogni mancanza che l’uomo moderno avverte fino al punto anche di dire che “Dio è morto”. Ogni cosa ha a che fare con Cristo, e infinite sono le strade che portano a Lui. Ma solo Lui può introdurci al Padre. Nessun altro. Nessuna alternativa. “Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?”. Ha ragione Filippo a dire “Mostraci il Padre e ci basta”, ma ha ancora più ragione Gesù nel sottolineare la nostra sostanziale cecità nel non riconoscerlo qui davanti ai nostri occhi. Se Dio esiste è qui, o non è.


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