giovedì 31 ottobre 2013

Ora la morte non mi fa più paura


Scritta su un ritaglio di carta trovato nella giubba di Aleksandr Začepa, un soldato russo morto sotto una granata durante l’ultimo conflitto mondiale:
«Ascolta, Dio! Nella mia vita non ho mai parlato con te: fin da piccolo mi hanno detto che tu non esisti e io, stupido, ci ho creduto. Non ho mai contemplato le tue opere. Ma questa notte, dal cratere di una granata, ho guardato il cielo stellato sopra di me. Affascinato dal loro scintillare, a un tratto ho capito l’inganno. Non so, o Dio, se mi darai la tua mano, ma io ti parlerò e tu mi capirai. In mezzo a questo spaventoso inferno mi è apparsa la luce e io ho scorto te! Sono felice perché io ti ho conosciuto. A mezzanotte dobbiamo attaccare, ma non ho paura perché tu mi guardi. E’ il segnale! Me ne devo andare. Può darsi che questa notte venga a bussare da te. Anche se finora non sono stato tuo amico, quando verrò, mi permetterai di entrare? Ora la morte non mi fa più paura».

lunedì 9 settembre 2013

Genitore 1, genitore 2 o viceversa?


Genitore 1 a Genitore 2,
"Allora mettiamo le cose in chiaro...io sono l'1 e tu il 2",
"No no, forse non hai capito...io sono l'1!"
"Ma quando mai? Ho detto che io sono l'1 e non si discute"
"Naaaa sono io"
"No io..."
Divorzio rapido. Avanti il genitore 3...
Ma quello andato via sarà il genitore 1 o il 2? Il dilemma rimane.
E allora ci si dimenticherà dell'omofobia perché subentrerà la numerofobia.

martedì 27 agosto 2013

Basterà vuotare i teatri...


Basterà vuotare i teatri, Montag, di tutto ma non dei pagliacci, e fornire ogni stanza di pareti di vetro, con bei disegni policromi che salgono e scendono su queste pareti, come coriandoli, o sangue, o sherry, o borgogna.
Più sport per ognuno, spirito di gruppo, divertimento, svago, distrazioni, e tu così non pensi, no? Organizzare, riorganizzare, superorganizzare super-super-sport! Più vignette umoristiche, più fumetti nei libri! Più illustrazioni, ovunque! La gente assimila sempre meno. Tutti sono sempre più impazienti, più agitati e irrequieti. Le autostrade e le altre strade d’ogni genere sono affollate di gente che va un po’ da per tutto, ovunque, ed è come se non andasse in nessun posto. I profughi della benzina, gli erranti del motore a scoppio. Le città si trasformano in auto-alberghi ambulanti, la gente sempre più dedita al nomadismo va di località in località, seguendo il corso delle maree lunari, passando la notte nella camera dove sei stato tu oggi e io la notte passata. (Ray Bradbury - Fahrenheit 451)

venerdì 21 giugno 2013

Guida per pescatori di perle nelle discariche del nostro tempo


Noto uno strano fenomeno del nostro tempo
La massa di notizie in circolazione, la mole di informazioni che ci bombardano quotidianamente creano  in noi uno strano conflitto: siamo divisi tra il desiderio, talvolta compulsivo, di sapere, di conoscere, insito nella natura umana fin dai primi tempi, e quello di staccare la spina, ricercare il silenzio, isolarsi da tutto e da tutti, aspetto altrettanto essenziale se si desidera una vita equilibrata. Rinchiusi in questa morsa, il più delle volte, intraprendiamo la via mediana, quella di una ricerca disordinata di informazioni generiche, spesso solamente curiose. 

Quante volte vi capita di leggere solo il titolo in grassetto degli articoli, oppure vi soffermate frettolosamente sull'inizio dei capoversi per captare qualche parola interessante? 
Probabilmente lo avete fatto anche con questo articolo, e adesso, colti sul fatto, vi proporrete di  rileggerlo dall'inizio. La ragione del  vostro/nostro vagare di grassetto in grassetto, di video in video, di foto in foto, spizzicando informazioni, è indissolubilmente legata al desiderio dell'uomo di ricercare COSE BELLE (talvolta semplicemente cose che piacciono) e NON PERDERE TEMPO nel soffermarsi su cose poco interessanti. Ma cosa capita puntualmente? Che "nel mezzo del cammin" ci si ritrovi invischiati nella "valle oscura" della disinformazione, e che catturati dal prurito della stessa, si finisca per passare interminabili minuti senza saziare la sete genuina che spinge a tale ricerca. Capite il paradosso? Perdiamo un sacco di tempo per non perdere tempo! 

Il fine è nobile, ma siamo sicuri che dietro questo meccanismo non si nasconda un sottile inganno? 
Non sarà che, per soffermarci su tutto, si finisca per dimenticare la ragione del nostro cercare? 
O che per cercar perle nelle discariche, ci si dimentichi di queste ultime per iniziare a collezionare ferri vecchi, buste rotte e ciarpame? 

Nell'epoca dell'indecisione e delle alternative low cost anche leggere un articolo per intero è un' impresa da eroi. Educarsi a farlo è un buon inizio per ri-scoprire il senso del conoscere, del valutare, dell’approfondire.

Il buon san Paolo diceva: "vagliate ogni cosa, tenete il bello", ma passa il vaglio, ovvero il setaccio, per essere eventualmente epurato solo ciò che INTEGRALMENTE attraversa il reticolo. Quanto alle scorie grossolane, bhè, quelle  si fermano prima…o almeno dovrebbero. A buon intenditor...

sabato 1 giugno 2013

Non solo 3P


P come Palermo, la sua città
P come parlare, era quello che faceva senza mai stancarsi, denunciando corruzione e illegalità
P come potenti e padrini, quelli che irritava col suo modo di vivere coerentemente il Vangelo
P come Padre
P come Pino
P come Puglisi




lunedì 20 maggio 2013

La danza di Dio



"E lo Spirito di Dio si muoveva sull'abisso".
Dio si muoveva:
Dio danzava.
In principio fu questa gioia di Dio, questo Amore. questa Danza, questo Ritmo.
E questo Ritmo era così forte che il Caos si scosse,
l'informe cercò forma, anche gli atomi cominciarono a danzare.
Entrate nella Danza
Vedete come si danza
e, secondo l'impulso di Dio, obbedendo all'ordine ardente della sua musica,
essi si sono disposti, riuniti, ordinati, armonizzati,
hanno costruito figure, forme, esseri;
sono diventati luce, astri, terre, animali, uomo...
Così Dio creò il cielo e la terra.
Dio danza,
e sempre si perpetua, si propaga, si dispiega
il grande Ritmo dell'inizio
che ordina, compone e si chiama
Vita eterna.

(M. Noël, La prima danza).

martedì 14 maggio 2013

Davanti alla Verità proclamata con Amore, i lupi ammansiscono e perfino le Iene smettono di ridere


Quando due sere fa ho guardato l'intervista che padre Maurizio Botta ha rilasciato a "Le Iene", sono rimasto alcuni secondi in silenzio con gli occhi sgranati. Mi sembrava assolutamente incredibile il fatto che, nonostante i numerosi tagli e la faziosità delle domande, il messaggio del sacerdote non fosse stato minimamente traviato. 

Né una risata scomposta, né un verso languido, solo l'autenticità delle parole di un giovane sacerdote infiammato da Cristo che predica con fervore il Vangelo e ama la sua Chiesa. 

È proprio vero, davanti alla Verità proclamata con Amore, i lupi ammansiscono e perfino le Iene smettono di ridere.

PER GUARDARE IL VIDEO CLICCA SULL'IMMAGINE SOTTOSTANTE


martedì 7 maggio 2013

Serve uno sguardo che ci intercetti amandoci, per comprendere la bellezza del prodigio che è in noi


La percezione che abbiamo di noi stessi non sempre è veritiera. Spesso ci vediamo peggiori di quello che siamo realmente. L'io non basta. Abbiamo bisogno di un TU, di uno sguardo, che ci intercetti amandoci, per comprendere la bellezza del prodigio che è in noi. 
Lo sguardo funziona come la luce del sole per le piante. Senza luce le piante non possono operare la fotosintesi e quindi crescere e svilupparsi. La pianta si tende in ogni modo verso la luce e, proprio questa sua tensione, la costringe a mettere radici più profonde per non piegarsi o spezzarsi. Lo sguardo fa lo stesso con noi.
Cerchiamo lo sguardo che possa consentirci di fare la nostra fotosintesi: mettere radici più profonde dentro noi stessi, perché quello sguardo amante ci porta diritti dritti al centro del nostro essere, perché lo ama. E solo l’amore (e il dolore purtroppo) conduce a quel centro da cui sgorgano le nostre migliori risorse. (Alessandro D'Avenia)

Rifarsi il senno


martedì 30 aprile 2013

Telecamere di sicur(a bell)ezza


In genere associamo le telecamere di sicurezza a crimini e malefatte. Beh, in fondo per questo sono nate, per farci stare più tranquilli e scoraggiare i criminali (da cui il "di sicurezza").
Poche volte, tuttavia, riflettiamo sul fatto che questi occhi silenziosi immortalano quotidianamente centinaia e centinaia di scene di autentica e ordinaria bellezza che nessuno reclama. Si tratta di piccoli o grandi gesti d'amore fatti nel nascondimento, gesti che salvano il mondo e riaccendono la speranza.
Sono invisibili, come la vita che nasce e che cresce.


lunedì 8 aprile 2013

E allora dammi occhi nuovi



Convert with Freecorder

Emoticons, cioè? Il desiderio di toccare l'anima altrui...



Mi rendo conto di fare un uso spropositato di emoticons nei messaggi che quotidianamente invio.
È come se non ne potessi fare a meno.

Non credo si tratti di infantilismo o di un semplice fattore legato alla moda del momento, sono sempre più convinto che dietro questa irrefrenabile necessità si celi, in realtà, il desiderio di andare oltre le parole scritte, quasi a voler superare il limite imposto dallo schermo o dalla distanza, per poter comunicare il più possibile la profondità di ciò che si serba nel cuore.

Le emoticons (emotion + icon: icona-emozione), in fondo, sono nate proprio dal bisogno di recuperare il fondamentale ruolo del corpo nella comunicazione non “fisica”.

E il fatto che perlopiù si tratti di faccine (o che quantomeno queste siano le più usate) non è per nulla casuale. Vi siete mai chiesti perché il volto? Perché il viso?

Perché il volto è il luogo in cui sono riconoscibili i sentimenti di una persona. Il volto è il luogo in cui anima e corpo combaciano. Il volto di una persona non è la semplice somma delle sue proporzioni geometriche più o meno equilibrate, ma è il luogo in cui l’anima e il cuore di una persona emergono.
Dei 5 sensi 4 sono localizzati nel volto e anche il tatto (che coinvolge tutto il corpo) ha a che fare con il volto. Sapete quali sono le zone del corpo che hanno più recettori? Le zone più sensibili? Le mani e la bocca (quindi nuovamente un luogo localizzato nel viso), senza contare che gli altri sensi sono forme di tatto...il gusto non è forse il tatto del palato, la vista il tatto degli occhi, l'udito il tatto delle orecchie, l'odorato il tatto del naso?

Il volto è la parte sempre nuda del nostro corpo, quella che rimane esposta, quella che non si copre neanche quando fa freddo...è la parte di noi che ci rivela chi siamo, come stiamo.
Si arrossisce in volto. Si sorride con il viso intero. Si piange con il volto.
Insomma i sentimenti si dipingono sul volto.

L’emoticon, allora, dimostra il bisogno che abbiamo di toccare l’anima altrui per poter comunicare davvero.


Download with Vixy.net

lunedì 25 marzo 2013

E poi senti nell'aria quello strano silenzio...



E poi senti nell'aria, puntuale come ogni anno, il silenzio calare sulla tua quotidianità.
Un silenzio diverso dalla quiete, talvolta assordante, della vita religiosa.
Un silenzio denso di mistero e carico di senso. Sembra piuttosto l'attesa di qualcosa che verrà, un silenzio che fa palpitare, come quando si è piccoli e si sta aprendo una porta per la prima volta, come il silenzio ad un primo appuntamento. Il cuore palpitante si nutre, inquieto, di misteriosa attesa.
Sì, c'è un'attesa che pervade il cuore dei giorni e sfiora il creato. E allora, nonostante le stesse persone, gli stessi luoghi, le stesse azioni, tutto è pervaso di un senso nuovo mentre ogni cosa sembra tacere per riverenza o per timore.
Anche gli alberi sembrano raccolti in preghiera mentre la pioggia cade silenziosa, e le foglie bisbigliano una delicata litania. Gli uccellini sembrano aver perso la voce, strozzata in gola da una gioia troppo grande o da un dolore. Tutto tace.
Oggi, ad esempio, il gallo non ha cantato, e le oche non hanno starnazzato, non ho sentito alcun belato. Niente di niente. Tutto tace.
È lunedì santo e come ogni anno lo avrei capito anche senza calendario.
Da sempre è così, e mi sembra ieri quando ne parlavo in classe, tra i banchi di scuola, tra una risata, una caricatura e tanta voglia di capire il senso di questo mistero.
Ora lo so.

martedì 12 marzo 2013

Guarda il cielo...



Era una notte incantevole, una di quelle notti che succedono solo se si è giovani, gentile lettore. Il cielo era stellato, sfavillante, tanto che, dopo averlo contemplato ci si chiedeva involontariamente se sotto un cielo simile potessero vivere uomini irascibili ed irosi. Gentile lettore, anche questa è una domanda proprio da giovani, molto da giovani, ma che il Signore la ispiri più spesso all'anima!
F.Dostoevskij, Le notti bianche

Ah se solo imparassimo a guardare più spesso il cielo...allora si che albergherebbero nel cuore domande.
Ma il cielo è diventato per i più il luogo asettico delle previsioni del tempo, perché, in fondo, è solo questo che gli chiediamo. Incapaci di contemplare, incapaci di stare fermi e guardare per pensare e lasciarsi interrogare.

Guarda il cielo solo chi spegne le luci delle molte distrazioni.
Guarda il cielo chi sogna e spera.
Guarda il cielo chi attende qualcosa di grande.
Guarda il cielo solo chi è innamorato.

33 secondi di sterilità



Possibile dire tante menzogne in soli 33 secondi?
Ci sono riusciti con ottimo successo gli autori di questo spot televisivo, studiato dal Ministero della Salute per promuovere la campagna di sensibilizzazione per la lotta contro l'AIDS. 
Ad essere lesi, insieme all'intelligenza dello spettatore, sono il buonsenso, la dignità dell'uomo e della donna, il concetto di amore, il concetto di vita, e via discorrendo...
Un ottimo articolo di Costanza Miriano, fa luce sull'assurdità dello spot pagato con i nostri soldi.

da costanzamiriano.com
Titolo: Rivoglio il mio centesimo

Rivoglio i soldi che il Ministero della Salute finanziato anche dalle mie tasse ha speso in mio nome per pagare lo spot per l’uso del preservativo. Non so a quanto ammonti la mia quota, fosse anche un centesimo la rivoglio, è sempre una monetina che si può usare per scopi più nobili, che so, tirarla a un piccione, appiccicarla sulla fronte con una pressione della mano per vedere se con una botta alla nuca cade. Sono cose importanti, rivoglio il mio centesimo.

Non con la stessa drammatica urgenza con la quale rivoglio i soldi – molti, molti di più, questi – spesi dal servizio sanitario nazionale per uccidere bambini piccolissimi nelle sale operatorie pubbliche, ma comunque rivoglio anche questo, il mio piccolo centesimo.

Lo spot sembra “solo” per promuovere il preservativo, e già si potrebbe discutere su questo (l’unica protezione davvero, certamente sicura dal virus Hiv è una condotta sessuale fedele, perché il lattice si rompe, non è mica titanio). Ma la verità è che lo spot parla solo marginalmente di questo. In realtà quello che vuole far passare è che l’”amore” – mai parola più abusata – è bello perché è vario, lui e lui, lei e lei, non ci facciamo tanto caso, basta che ci proteggiamo. E anche qui ci sarebbe da discutere: l’amore è proprio il contrario di proteggersi, è consegnarsi senza rete a una sola persona per sempre, e se non è un rischio questo…

Tra parentesi, così, tanto per chiedere, non so se sono troppo inesperta io, forse sì, ma che se ne fanno due femmine di un preservativo? E poi, qui sono un po’ più esperta, posso dire con certezza che una donna incinta – c’è anche lei nello spot (non ci facciamo mancare niente, con quel centesimo) – non se ne fa davvero niente di un preservativo, a meno che non stia per fare l’amore con uno che non è il padre del bambino.

Ma guardiamoci negli occhi: il vero tema non è il profilattico, ma la concezione dell’amore, e ovviamente non è quella banale, scontata, noiosissima, che noi continuamente ci ostiniamo a proporre con poca fantasia: un uomo e una donna. È invece quella  promossa in modo violento e martellante dalle potentissime lobby omosessuali. Dico che sono potentissime perché rispetto alla diffusione del fenomeno riescono sempre, anche in momenti di emergenza politica e sociale, a mettere la questione in agenda (ma con un paese nel nostro stato, sull’orlo del baratro, può essere  tra i problemi più urgenti?).

Ma il vero capolavoro è quello che dicono il padre e la madre che accarezzano il pancione (di lei; no, lo dico, perché qui non si è più sicuri di niente): “l’unica cosa che vogliamo trasmettergli è la protezione della vita”. A parte che se c’era un virus da trasmettere è stato trasmesso col concepimento, credo (se c’è un medico tra i lettori e mi sto sbagliando me lo dica, sono pronta a imparare nuove cose). Ma che vuol dire la protezione della vita? Il preservativo è proteggere la vita del bambino? Io avevo capito che serviva a non concepirlo.

E nella fiera della follia, c’è stato anche chi (la Lega Italiana Lotta all’Aids) ha avuto da protestare contro lo spot. Ma indovinate perché. Perché la parola preservativo non viene detta, e il simpatico oggetto viene solo mostrato. Il Ministero riconosce l’errore, adducendo motivi tecnici, e si affretta a mettere online la versione integrale. Mi raccomando.

Io comunque rivoglio il mio centesimo (e ringrazio fra Roberto che mi ha fatto notare la follia).

venerdì 1 febbraio 2013

Ci vogliono occhi d'agricoltore



Dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce (Mc. 4,27)

C'è una realtà nascosta, invisibile agli occhi distratti di chi si lascia vivere. È il bene seminato che cresce dove non te l'aspetti. 
Ci vogliono occhi d'agricoltore per accorgersi dei piccoli germogli verdeggianti che timidamente fanno capolino dal terreno. Occhi pazienti, capaci di attendere, occhi amanti che sperano. 
La fretta, la paura, l'indifferenza fanno guardare le cose con superficialità, impediscono di soffermarsi sui dettagli...sì, i dettagli. Eppure sono questi che fanno la differenza nella vita come in amore. 

Pietà di noi Signore, quando non riconosciamo la silenziosa e timida, ed umile e fiduciosa crescita dei germogli da Te seminati, laddove impauriti vediamo solo monotonia e morte. 
I sensi ingannano, la fede guarda oltre. Donaci la Tua lungimiranza, donaci la fede.

giovedì 31 gennaio 2013

La fede è il motore di tutta la scienza



“Atei e materialisti sono obbligati, se onesti, a porsi una questione molto pesante: se non c’è nessun Dio, nessuna intelligenza creatrice, nessuno Spirito che abbia scritto le leggi della natura, allora essi devono ammettere che tutto è fortuito, tutto è frutto del caso. Allora anche la nostra intelligenza è il risultato di null’altro che un fortunoso lancio di dadi. Come si può, quindi, pretendere che tra un prodotto del caso come la nostra intelligenza e le leggi che regolano l’universo ci sia una qualche ipotesi di corrispondenza?”.

Al contrario se siamo Cattolici siamo di fronte ad un altro postulato: che Dio esiste, le leggi dell’universo le ha scritte Lui. Sappiamo che Dio ha fatto anche noi, a sua immagine, e somiglianza. E se somigliamo a Dio, allora non è irragionevole sperare che anche il nostro spirito possa arrivare a cogliere e a capire le leggi di Dio”.

La fede è il motore di tutta la scienza.

Jérôme Lejeune - genetista, medico, ricercatore

domenica 20 gennaio 2013

Due braccia per amare


via Berlicche

Abbiamo due braccia. Le braccia ab-bracciano. L’amata o l’amato. I figli.
Abbiamo un braccio destro e uno sinistro.
Ora, provate a pensare se aveste solamente due braccia destre. O due braccia sinistre.
Riuscireste ad abbracciare? Credo che vi sarebbe praticamente impossibile.
Ecco, pensare che un bambino possa crescere bene con due padri e nessuna madre, con due madri e nessun padre è un po’ la stessa pretesa. Si è sempre orfani di un genitore.
Chi la pensa così probabilmente non sa cosa significa abbracciare veramente.

venerdì 4 gennaio 2013

Stupore e scoperta


Poveretti quelli che ritengono vero solo ciò che pensano possibile, perché si negano la gioia dello stupore e il miracolo della scoperta.
(http://berlicche.wordpress.com/)