martedì 31 gennaio 2012

L'abito non fa il monaco....ma il diavolo la pensa diversamente....


L'attacco del male nei confronti degli uomini, come spesso ci ricorda anche Maria, ultimamente si concentra su tre fronti. La famiglia, la vita consacrata ed i giovani. Non c'è bisogno di fare grandi ricerche sociologiche o antropologiche per vedere queste situazioni, basta accendere la TV o il pc.

Il male non è una categoria eterea per noi cattolici, non una questione filosofica. Il male è un essere dotato di personalità è il diavolo (dia-ballo dal greco, colui che divide).
Grazie a Dio molte informazioni corrette possono essere recepite attraverso autori in linea con la Tradizione della Chiesa cattolica fra cui Padre Amorth, Don Beppino Co, Mons. Andrea Gemma, Padre Francesco Bamonte, Fra Benigno, tutti sacerdoti impegnati nel ministero della liberazione.

Lo scopo di questa riflessione è solo quello di riportare una testimonianza di un carissimo e fidato  amico che da pochi mesi ha emesso i voti in una congregazione religiosa:

"Conosco molto bene un sacerdote esorcista della mia stessa congregazione, che da qualche anno ha avuto il mandato dal suo Vescovo per un gruppo di fedeli bisognosi del suo ministero.
Fra questi una mamma di famiglia che, a causa di malefici fatti da terzi, è soggetta a possessioni demoniache senza che ella avesse la benché minima idea di ciò che le accadeva. Da qui è cominciato un iter di cammino spirituale fatto di preghiera, sacramenti e "benedizioni" che hanno rivelato l'dentità malefica del demonio e che presto, a volontà di Dio, la porteranno a completa liberazione.
Tralasciando tutte le manifestazioni descritte anche nel Rito per l'Esorcismo, che devono verificarsi per accertare la possessione, c'è stato un evento in particolare che mi ha molto colpito.
Una sera, trovandomi in quella comunità dove opera il sacerdote, è arrivata questa signora che conoscevo appena. Il marito ha espresso il desiderio che anch'io potessi partecipare alla preghiera per la moglie, così mi sono messo li vicino a pregare, come di solito facevo. L'entità si è manifestata poco dopo in una maniera tanto violenta che ne il sacerdote ne gli astanti in numero di 4, riuscessero a mantenere la donna. Per questo ho prestato il mio aiuto mantenendola per le gambe. In questo momento ho notato che l'entità malefica soffriva molto per la mia presenza..... Non riuscivamo a capirne il motivo, dato che io non sono ancora sacerdote, pur essendo consacrato. Dopo molti lamenti, il demonio costretto dal sacerdote, per la bocca della donna, ha rivelato il motivo della sofferenza. Era il tocco dell'abito religioso che a suo dire"bruciava maledettamente ed impediva di muoversi". Così ho completamente abbracciato la persona avvolgendola con l'abito. L'entità non si è più mossa, sembrava immobilizzata ed ha perso la forza sovrumana di prima.
Dopo poco è avvenuta la temporanea liberazione...."

Questa testimonianza non ha nessun pretesto di verità assoluta, è riportata solo per incoraggiare sacerdoti e religiosi a mostrare i segni della propria consacrazione. Molte volte per fretta, per praticità o per modernità non si indossa più l'abito religioso o talare che spesso è frutto di preghiera e rivelazioni fatte da Dio ai Fondatori delle varie Congregazioni religiose.

L'abito fa il monaco?
Certamente no, ma aiuta a farlo. Non è un abbellimento o una mascherata, ne tantomeno un surplus. E' un dono. Un dono che va debitamente usato, evitando fondamentalismi e nostalgie di stampo lefevbriano, ma evitando anche di riporlo in una teca di vetro come oggetto da museo.......

Il tutto è nulla senza Dio


" Si trovano persone , lo sappiano o no, cui piacerebbe provare grandi sentimenti desiderandoli come bene: ciò non è che volontà personale. Devi abbandonarti a Dio in tutto, non curarti di quel che farà.
Tanta gente è morta ed è in cielo senza essere mai perfettamente spogliata della propria volontà. Volontà perfetta sarebbe però essere del tutto senza volontà personale, totalmente entro quella di Dio. Così si penetra veramente in Lui.

Si: un Ave Maria  detta quando si è totalmente spogliati di se stessi vale più di mille salmi al di fuori di questa condizione, e fare un solo passo in questa condizione vale più che traversare l'intero mare essendone privo....

Noi dobbiamo seguire Cristo nel modo che ci è proprio: come dunque?
Un'opera spirituale è di gran lunga superiore a quella materiale.
E come?
Tu devi imitarlo ponendo mente a ciò che sei più incline e disposto.  Spesso vale più rinunciare ad una delle proprie inclinazioni che privarsi di ogni sorta di cibo.
Talvolta è più difficile tacere una sola parola che astenersi da tutto un discorso.
 E' può essere più difficile restare solo in mezzo ad una folla che nel deserto, o compiere una piccola opera che una grande.
In questo modo l'uomo pur nella sua debolezza può imitare Nostro Signore Gesù Cristo ne deve mai sentirsi lontano da Lui.
Questa è la vera penitenza, che si fonda in modo speciale e perfetto sulla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo:
abbandonare tutto ciò che è altro da Dio e rivolgersi a Lui con un amore incrollabile e grande desiderio di Lui.
Compi dunque tutte le opere che ti fanno giungere a ciò, ma se, al contrario, digiuno, veglia, lettura o altro che sia, è per Te ostacolo, lasciala perdere senza timore di trascurare un opera di penitenza.
Ricompensa di tutte le opere è che Dio le conosca e che tu pensi a Lui mentre le compi.
Rifugiati dunque in Lui, nel quale v'è solo il bene affinchè egli sia il redentore di tutta la tua corruzione.
Nessuno ha piena gioia se non nella volontà amorosa di Dio.
Ci conceda Egli tale unione! Amen."

Meister Eckhart

lunedì 30 gennaio 2012

Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo

“Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro, sceglie una creatura umana come suo strumento e compie meraviglie lì dove uno meno se le aspetta.

Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono ‘perduto’, lì Egli dice ‘salvato’; dove gli uomini dicono ‘no!’, lì Egli dice ‘sì’! Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì Egli posa il Suo sguardo pieno di un amore ardente incomparabile. (…).

Dove nella nostra vita siamo finiti in una situazione in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e davanti a Dio, dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi, dove ci sentiamo lontani da Dio come mai nella vita, lì Egli vuole irrompere nella nostra vita, lì ci fa sentire il Suo approssimarsi, affinché comprendiamo il miracolo del Suo amore, della Sua vicinanza e della Sua Grazia”.

 Dietrich Bonhoeffer

Grano dai sassi



Passano gli anni, cambiano terreni e strade, ma la semina continua e il buon Dio saprà far crescere ancora una volta buon grano dai sassi.

sabato 28 gennaio 2012

P. La Grua, un Sacerdote.



Qualche giorno fa, il 15 gennaio è mancato nel quartiere Noce di Palermo, Padre Matteo La Grua, religioso francescano conventuale. Avrebbe compiuto 98 anni a febbraio: era nato a Castelbuono nel
1914 e sacerdote dal '37. Era decano degli esorcisti a livello internazionale.  Vicario Episcopale per la vita Religiosa, componente il Tribunale della Sacra Rota, docente di Teologia in Ascetica e Mistica nel collegio dell'Ordine Francescano e nel seminario Arcivescovile di Palermo. Il 10 ottobre 1975, il cardinal Salvatore Pappalardo, che fu arcivescovo di Palermo, gli aveva dato il mandato di guidare il Rinnovamento Carismatico Cattolico  palermitano.La Grua fu autore di numerose pubblicazioni: dal '94 al '97 è stato membro del Comitato Nazionale di Servizio del Rinnovamento nello Spirito Santo e responsabile nazionale del ministero di intercessione per i sofferenti, e consigliere spirituale regionale per la Sicilia. Molte sono le testimonianze di conversioni e guarigioni che si sono avute per la preghiera di questo santo sacerdote.

Il Signore non fa mai mancare al suo popolo guide che possano testimoniare la sua azione salvifica anche oggi, che si esprime prima di tutto nella umiltà, nella semplicità, nella debolezza e nell'amore incondizionato del sacerdote verso di Lui e che automaticamente si riversa su tutti.
Si discute molto su quello che debba essere il compito del sacerdote che certamente non è facile. Come disse però lo stesso Papa Benedetto XVI il giorno stesso della sua elezione, "mi conforta sapere  che il Signore sa operare ed agire anche con strumenti insufficienti...mi affido alle vostre preghiere".

Invece di rimanere interdetti davanti a certi scandali che colpiscono la Chiesa, oppure affascinati ed incantati davanti ai Carismi che il Signore affida ai suoi servi, preghiamo per i sacerdoti perchè possano testimoniare Cristo, riacquistare il vigore profetico e missionario dei primi Apostoli, spandere sul Popolo di Dio tutti i frutti dell'azione salvifica di Gesù morto e risorto, essere testimoni dello Spirito Santo che conduce la storia della Chiesa.

venerdì 27 gennaio 2012

Anche questi Castelli crollano.....


C’è una abissale differenza tra la visione da casa di “Servizio Pubblico” e l’essere tra la folla dei disperati che ha perso il lavoro, che non vede prospettive per il futuro. In quell’edificio comunale del cagliaritano, occupato martedì sera dalla Consulta dei Movimenti, gli umori erano palpabili, intensi.

 Le immagini immediatamente messe in rete su , che come ambiente principale mostrano lo studio di Michele Santoro  per una volta fanno passare in secondo piano il super protagonista conduttore.
  .
Dall’intervento del leader del Movimento Pastori Sardi, Felice Floris, a quello del sindaco Piergiorgio Lixia, senza dimenticare l’operaio Antonello Pirotto che con una colorita da qualche Castelli non rompermi i c....”, ha descritto il dramma dell’industria isolana che ha messo in ginocchio migliaia di famiglie.

Uomini di mezza età che improvvisamente e di fronte all’indifferenza delle istituzioni, governo in primis, si sono ritrovati in cassa integrazione e tagliati fuori per motivi anagrafici dal mondo del lavoro.
Il tangibile disgusto creato dalle immancabili e discutibili esternazioni razziste dell’ex ministro della Lega Nord che ha inveito contro i siciliani (dimenticando che il Pdl proprio in Sicilia ha un immenso bacino di voti.

Povertà (il prezzo del latte e dei derivati sottostimato, indebitamento delle attività produttive e conseguente perdita di posti di impiego), sottosviluppo (mancanza di servizi essenziali come la possibilità di fruire del gas metano), critiche forti ai costi e privilegi di una classe parlamentare da riformare: nessuno è stato risparmiato, nemmeno il governo Monti  insediatosi recentemente.

L’importante è che questa puntata di “Servizio Pubblico” venga ricordata come la serata del disagio da affrontare e non solo come quella dell’ennesima fuga da uno studio televisivo di un Castelli che vive in un pianeta personale lontano dalla realtà o di un Santoro che riesce a catalizzare lo spettacolo su se stesso strumentalizzando il dolore della gente comune.




Lo spot Libra, i transassorbenti per transaustraliane e il sogno della genderutopia


da RinoCamilleri.com

Non è la prima volta che gli assorbenti femminili suscitano putiferi. Al tempo dei gloriosi Beatles, John Lennon, in un pub, se ne mise uno sulla testa e poi chiese alla cameriera: «Sai chi sono?». E quella rispose: «Sì, una testa di c…!». Al che il Lennon si infuriò e rovesciò il tavolo. Dovettero intervenire il proprietario e gli altri camerieri per sedare il tumulto. 

Quello usato dal Beatle, suppongo, era un assorbente britannico. La maledizione degli assorbenti, però, deve serpeggiare in tutto il Commonwealth, dato quel che ho letto sul Corsera.it in data 3 gennaio 2012 (a firma di Francesco Tortora). 

Il fatto è questo: gli assorbenti australiani Libra sono stati pubblicizzati in uno spot in cui si vedono due bionde, una naturale e una trans, nella ritirata di una discoteca. Si suppone che si tratti della toilette pour dames. Forse l’agenzia pubblicitaria non ha voluto approfondire questo particolare perché già di suo suscettibile di bagarre. 

Ricordate quando un incidente del genere (anzi, del gender) capitò al Parlamento italiano? Il deputato/a Vladimiro Guadagno, in arte Luxuria, pretendeva di usare il cesso delle femmine e la collega Mara Carfagna si opponeva. Non so come la querelle sia stata appianata: forse adesso la Camera ha variato i tipi di wc, adeguandosi alle nuove realtà lgbtc. Uno per ogni gender, così non litiga nessuno. E pure uno alla turca per rispetto all’islam. Ma torniamo allo spot della Libra. 

Libra, in latino, significa Bilancia anche nel senso zodiacale. Sarebbe, questo, il segno della mediazione, ma nel nostro caso si è rivelato zizzanico. Nel breve filmato, le due bionde fanno a gara di femminilità: io mi trucco gli occhi, e io me li trucco più di te; io mi assesto le poppe, e io ce le ho più grosse delle tue. Insomma, roba così. Alla fine, la biondina-vera cala l’atout e tira fuori l’assorbente: marameo, io ho le mestruazioni e tu no. E’ stato questo il particolare che ha scatenato l’inferno, tanto che la ditta Libra si è dovuta scusare e ha ritirato lo spot. Potenza internazionale dei trans! 

La drag queen («regina del rimorchio») nella scena finale sbatte la porta, sconfitta e compaiono le parole: «Libra ti rende donna!». La (o il? boh) presidente di un’associazione transgender neozelandese ha spiegato che proprio questo è il punto: «La pubblicità è offensiva perché dice chiaramente che l’unico modo per essere donna è avere le mestruazioni. Inoltre veicola il luogo comune secondo cui le transgender non siano persone normali». 

La (il) sua/o omologa/o australiana mette il dito direttamente sulla piaga: «È chiaro che ci suggerisce che una transgender non è una donna». Eggià, hic sunt leones, è qui il punctum dolens. Un trans, secondo l’ideologia gender, è una donna al pari delle donne-donne. Mentre, secondo gli abitanti del «luogo comune», non sono «persone normali». 

Eppure, i transideologi non si rendono conto della contraddizione: non erano cinque i gender? In base a detta teoria, le donne sono donne e i trans trans; è una questione di scelta e di «orientamento». Se uno decide liberamente di fare il trans, perché si offende se gli danno del trans e non lo trattano da donna? E’ vero, lo spot discrimina sugli assorbenti. E allora? Che io sappia, i trans, di essere diversi, se ne vantano. Il loro appeal, stando alle dichiarazioni dei loro frequentatori, sta proprio nel fatto di non essere donne né uomini, né maschi né femmine, bensì tutt’e due insieme. I trans sono più liberi degli altri, i cosiddetti normali (termine, quest’ultimo, sempre più ambiguo), e non solo perché possono usare indifferentemente ogni categoria di cesso pubblico. Possono vestirsi in ogni tipo di negozio, possono fare gli impiegati di giorno e le drag queen la notte, possono sedurre ognuno dei cinque genders attualmente esistenti (siamo in attesa degli altri cinque che Scienza & Fantasia stanno alacremente studiando per metterli a disposizione delle liberazioni prossime venture). 

Perché i transnazionali (come il partito pannelliano!) se la sono presa così tanto in tutto il mondo anglofono? Boh. Chi scrive è nato ai tempi in cui i sessi erano solo due e non può capire. Restiamo rammaricati per la povera ditta Libra, costretta alla ritrattazione anche se non comprendiamo quale segmento di mercato abbia timore di perdere. Altro boh. Le suggeriamo di non scoraggiarsi e, semmai, mettersi di buona lena a studiare un assorbente adatto ai trans, un transassorbente da esibire nel bagno delle donne mentre compare la scritta: «Sai chi sono?».







Così pregava sant'Agostino: "Conoscermi e conoscerti..."


Così pregava il grande S. Agostino:

"Signore Gesù, 
conoscermi, conoscerti, non desiderare altro che te; 
odiarmi ed amarti; agire solo per amor tuo, 
abbassarmi per farti grande e non avere altri che Te nella mente. 
Rinunciare a me stesso per seguirti, 
fuggire da me stesso per essere difeso. 
Diffidare di me stesso, confidare solo in Te; 
non attaccarmi a null'altro che a Te, essere povero per Te. 
Guariscimi e ti amerò: 
chiamami, perché ti veda e goda di Te eternamente".

Devilman, Sabba in TV.



I cartoni animati giapponesi, i cosiddetti "anime", sono stati la passione e l'ideale di molte generazioni di adolescenti, soprattutto negli anni '80-'90 in Italia. Paladini della giustizia come Uomo Tigre, Lady Oscar e tutti i famosi Robot fra cui, solo per citarne alcuni, Jeeg Robot d'acciaio e Mazinga.

C'è un "anime" però che ha attirato la mia attenzione su un aspetto molto particolare : Devilman.

La serie tv in Italia, racconta la storia di un demone spedito sulla terra per sconvolgere il genere umano e far trionfare il regno delle tenebre. Per realizzare il suo proposito Devilman si impossessa del corpo di un ragazzo, Akira Fudo, ucciso insieme a suo padre dallo stesso Devilman, mentre i due si trovavano in montagna durante un'escursione. Tornato a casa nelle sembianze di Akira, Devilman viene adottato dai Makimura, amici dei suoi genitori, e si innamora della loro figlia, la giovane e carina Miki. L'amore verso una fanciulla umana rappresenta un torto che il regno dei demoni non può tollerare. Inizia così una terribile guerra tra Devilman e i suoi ex-alleati con l'annientamento di questi ultimi.

Devilman OAV (Anime Originale per il Video"detto anche Original Video Anime o Animation, OVA, designa in Giappone produzioni anime pubblicate direttamente per il mercato home video senza prima essere trasmesse in televisione o proiettate nei cinema), che segue la trama del manga originale ( cioè la serie giapponese in fumetto dell'autore Go Nagai), presenta diversi mutamenti rispetto alla serie tv: la vita da teen-ager di Akira viene sconvolta dal suo amico Ryo Asuka quando questi gli svela un terribile segreto (pagato con la vita da suo padre, un famoso archeologo). A quanto pare la Terra sta per essere invasa dai demoni, esseri mostruosi ibernati per secoli nei ghiacci e che stanno per tornare in superficie. Secondo Ryo i demoni avrebbero vissuto sulla Terra prima della comparsa dell'uomo, e adesso ne rivendicherebbero il possesso.
L'unico modo per sconfiggerli sembrerebbe quello di prendere il controllo dei poteri dei demoni stessi, così da combatterli "ad armi pari". Ryo coinvolge quindi l'amico in un terribile Sabba, durante il quale Akira si fonde con Amon, il più potente e terribile dei demoni, e si trasforma in Devilman. Solo lo spirito puro del ragazzo e il suo grande amore per la bella Miki gli permette di controllare Amon, e di utilizzare i poteri del demone per difendere il genere umano.
Nonostante i nuovi poteri di Akira, l'invasione delle terribili creature procede inarrestabile. Inoltre Ryo Asuka - che si rivela essere l'incarnazione dello stesso Satana - rivela l'esistenza dei demoni a tutta l'umanità, contribuendo a creare un clima di terrore e violenza.
Sembra che ormai Akira non abbia più alcun motivo per difendere il genere umano, che si è rivelato barbaro e sanguinario quanto i demoni da lui combattuti. In più Satana rivela a Devilman che la fusione di Akira e Amon non aveva lo scopo di salvare l'umanità, ma solo impedire che il ragazzo - di cui Ryo era veramente amico - venisse eliminato assieme al resto della razza umana. Satana ha ormai il controllo del mondo quando Devilman/Akira lo sfida. Dopo una lunga lotta Akira riesce a sconfiggere i demoni inviati da Satana senza riuscire, però, ad impedire l'estinzione della razza umana, e incontrando egli stesso la morte al termine del duello con il principe dei demoni.
Al termine del manga Satana, rimasto ormai l'unico abitante della Terra, piange per la morte dell'amico che ha dovuto uccidere. Nella scena finale centinaia di arcangeli sorgono dal mare per purificare il mondo dai demoni e da Satana stesso.

Si notano profonde differenze fra la serie tv e gli OAV. Innanzitutto la figura del protagonista nella serie, perde le sue sembianze demoniache tipiche trasformandosi in una specie di androide con armi robotiche; inoltre Akira combatte per amore di Miki e riesce a salvare il genere umano che è considerato "buono" nella storia.

Negli OAV invece, che riproducono fedelmente il pensiero dell'autore, Akira è un posseduto che controlla l'entità demoniaca in lui e che pur combattendo è condannato alla sconfitta da un destino deciso da Satana. Un aspetto molto particolare è il Sabba della prima puntata in cui si riproducono fedelmente alcuni particolari degli incontri di varie sette sataniche:
  • Musica sfrenata
  • Abuso di alcolici
  • Seduzione a sfondo sessuale
  • Sacrifici di sangue
Tutto ciò organizzato e finalizzato per provocare una possessione demoniaca che difatto in molti personaggi (tutti giovani) avviene.
Perchè un autore giapponese già negli anni 70 ha voluto riprodurre fedelmente riti di tradizione medievale considerati "superati"?
Gli elementi esposti non ci fanno pensare a Rave party, libertinaggio sessuale, tragedie dopo le serate passate ad ubriacarsi in discoteca, omicidi a sfondo satanico, così attuali anche nei nostri anni 2000 di cui vantiamo il progresso civile, tecnologico e scientifico?
E' lecito trasmettere tali OAV, ( in Italia tre in DVD), che non fanno altro che incitare alla violenza e narcotizzare il richiamo a valori umani e religiosi?

Il male, l'occulto, il demoniaco, la magia, come sostiene anche Carlo Climati nel suo libro "I giovani e l'esoterismo", attirano, e provocano giri di milioni e milioni di dollari o euro.
 
Ciò che fino agli anni '70 cercava di essere mitigato e censurato nei cartoni animati, per uno scopo pacifico e buono, oggi in nome di una falsa libertà e del "posso fare ciò che mi piace ed è buono solo ciò che mi da soddisfazione", viene proposto alla visione di tutti soprattutto su internet dove il mondo intero può accedere. La prima puntata del secondo Devilman è un vero codice di rito satanico di evocazione, accessibilissimo da tutti e con i nefasti risultati che sono agli occhi di tutti. E purtroppo questo è solo uno dei tantissimi esempi che si potrebbero fare. Il guaio è che oggi si crede alla morte di Dio ma non a quella di Satana, perchè Dio amando corregge e Satana odiando permette tutto con il solo ed unico scopo  di distruggere il genere umano e ciò si nota benissimo dal'OAV.

Questa riflessione vuol essere un invito a non evitare tali discorsi considerandoli inutili o superati per i nostri figli, a schierarsi per Dio, a testimoniare la sua salvezza, il suo amore infinito, a professare la nostra fede in Colui che ha già vinto il mondo e che solo ci può donare la vera gioia ed il senso della nostra vita.


                                                   Il Sabba e la tasformazione negli OAV



giovedì 26 gennaio 2012

Il Cimitero fa rumore....


Sembrerà un pò strano, e anche un po surreale,  ma a volte non c'è modo migliore per riflettere e schiarirsi le idee, di fare una passeggiata all'interno di un Cimitero, lo dice anche il famoso psichiatra Vittorino Andreolli nel suo libro "Preti" riguardo al silenzio che permette di ritrovare se stessi.
Per un credente però il Cimitero (da Koimeterion in greco, cioè luogo del sonno), non è solo il luogo dove riposano i defunti, ma un posto santo, dove chi ci ha preceduto attende la Risurrezione e dove si ha la possibilità di pregare per i nostri cari e chiedere a nostra volta preghiere per noi. Ciò trasforma assolutamente il senso quasi oscuro che hanno assunto i Cimiteri per ricordarci la bellezza di un'altra certezza di fede : La comunione della Chiesa terrestre con quella "purgante" e celeste.

Se però è facile "smascherare" e rovesciare questo senso tetro di ciò che una volta veniva definito "camposanto", è molto più difficile stanare un altro subdolo tentativo che la cultura odierna sta portando nei confronti del sacro. A chi frequenta spesso i cimiteri e ha spirito di osservazione, non sarà sfuggita una realtà molto particolare che si sta verificando e che è espressione di un sottile cambiamento di pensiero. Il tema sacro degli epitaffi tombali e le relative immagini, stanno lasciando via via il posto ad angioletti, detti filosofici, fotografie con bellissimi sfondi di tramonti o albe chiare.... La presenza della Croce, simbolo della sofferenza redentiva di Cristo e quindi della morte che non dice l'ultima parola sulla vita, è soppiantata dalla dolcezza dell'angioletto new age , o dagli oggetti più cari del defunto (soprattutto se giovane...) che vengono spesso incastonati nelle lapidi....

Andando a toccare temi così profondi come il senso della morte ed  il dolore del distacco, in  noi battezzati dovrebbe emergere il dono profondo della fede cristiana che permette di superare tali momenti per non abbandonarsi alla disperazione.  Ciò avviene sempre meno. Il senso della morte sta assumendo toni paganeggianti, new age, un vago credere nell'esistenza della vita ultraterrena in un mondo simile ai "Campi Elisii" greci o romani. Oppure una celata imitazione degli antichi egizi che usavano seppellire con gli effetti personali il  defunto, e non poche volte capita di vedere pacchetti di sigarette e altri piccoli oggetti.

Da questa breve riflessione si possono trarre due conclusioni: il nuovo modo di pensare il sacro, quasi come magico, sta pian piano invadendo allargandosi a macchia d'olio, larghi strati della società cattolica, anestetizzando la fede e la cultura senza nemmeno fare rumore ed approfittando dei sentimenti più intimi e reconditi dell'essere umano.
Inoltre la Chiesa gerarchica, istituzionale, appare a volte inerme o disinformata o addirittura condiscendente a questi fenomeni, per paura di svuotare ancora più le chiese o di sembrare fondamentalista. Lungi dall'essere tali, si vuole solo denunciare un fenomeno, silenzioso quasi nascosto che si nota anche in luoghi così importanti e carichi di valore per la nostra Tradizione cattolica e che sono lo specchio del mondo e del modo in cui viviamo.

Il Silenzio che ci parla....



Il 24 gennaio la Santa Sede ha diffuso il testo del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2012, che contiene una riflessione davvero profonda sul ruolo e il valore del silenzio nell'epoca di Internet. Il Papa vuole richiamare la nostra attenzione «su un aspetto del processo umano della comunicazione che a volte è dimenticato, pur essendo molto importante, e che oggi appare particolarmente necessario richiamare. Si tratta del rapporto tra silenzio e parola: due momenti della comunicazione che devono equilibrarsi, succedersi e integrarsi per ottenere un autentico dialogo e una profonda vicinanza tra le persone. Quando parola e silenzio si escludono a vicenda, la comunicazione si deteriora, o perché provoca un certo stordimento, o perché, al contrario, crea un clima di freddezza; quando, invece, si integrano reciprocamente, la comunicazione acquista valore e significato».

Nell'epoca di Facebook e degli smartphone, in cui si «parla» continuamente e per ventiquattro ore su ventiquattro, il Papa invita a riscoprire il silenzio.

«Il silenzio - scrive il Pontefice - è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto. Nel silenzio ascoltiamo e conosciamo meglio noi stessi, nasce e si approfondisce il pensiero, comprendiamo con maggiore chiarezza ciò che desideriamo dire o ciò che ci attendiamo dall’altro, scegliamo come esprimerci. Tacendo si permette all’altra persona di parlare, di esprimere se stessa, e a noi di non rimanere legati, senza un opportuno confronto, soltanto alle nostre parole o alle nostre idee».

Il silenzio non è dunque un'alternativa alla comunicazione, ma è parte della comunicazione. Solo con il silenzio si apre «uno spazio di ascolto reciproco e diventa possibile una relazione umana più piena. Nel silenzio, ad esempio, si colgono i momenti più autentici della comunicazione tra coloro che si amano: il gesto, l’espressione del volto, il corpo come segni che manifestano la persona. Nel silenzio parlano la gioia, le preoccupazioni, la sofferenza, che proprio in esso trovano una forma di espressione particolarmente intensa. Dal silenzio, dunque, deriva una comunicazione ancora più esigente, che chiama in causa la sensibilità e quella capacità di ascolto che spesso rivela la misura e la natura dei legami».

Si tratta di nostalgie di epoche passate, nell'epoca di Internet? È precisamente il contrario. «Là dove i messaggi e l’informazione sono abbondanti, il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio. Una profonda riflessione ci aiuta a scoprire la relazione esistente tra avvenimenti che a prima vista sembrano slegati tra loro, a valutare, ad analizzare i messaggi; e ciò fa sì che si possano condividere opinioni ponderate e pertinenti, dando vita ad un’autentica conoscenza condivisa. Per questo è necessario creare un ambiente propizio, quasi una sorta di "ecosistema" che sappia equilibrare silenzio, parola, immagini e suoni».


Massimo Introvigne da "la Bussola Quotidiana"

"Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni. Al mattino presto si alzò e uscito si ritirò in un luogo deserto e li pregava....." (Mc 1, 34-35)

martedì 24 gennaio 2012

A piedi vai, se il tatuaggio non ce l'hai....




Il mondo cambia. Anche Twingo è cambiata” è il motto di tre nuovi spot che la Renault ha fatto realizzare per promuovere la rinfrescata citycar. Lo scopo e provocare con ironia: ma centrano l'obiettivo?

Per lanciare la Twingo 2012, la casa francese si affida a una campagna pubblicitaria provocante, o meglio poco educante... Caratterizzata da un aspetto più sportivo, il cambiamento estetico della rinfrescata Twingo viene associato ironicamente a quello della società odierna. Per questo la Renault ha fatto realizzare degli spot che propongono  situazioni vagamente trasgressive.

Nello spot "Tatuaggio" una madre alla guida di una nuova Twingo scopre che la figlia si è incisa un vistoso "tribale" sulla schiena, ma invece di infuriarsi per quella che sembrerebbe un'amara sorpresa, mostra orgogliosa il suo tatuaggio, che è ancora più grande e colorato.

Ora non è vagamente strano che in un momento storico in cui l'educazione giovanile e soprattutto adolescenziale, sembra essere il tema dominante, nello stesso tempo una nota marca automobilistica pubblicizzi il proprio prodotto in questo modo?

Sappiamo già la critica: "il mondo è cambiato, sei rimasto all'età della pietra", oppure: "che c'è di male a fare un tribale? Ce l'hanno tutti, soprattutto è di tendenza..."

Eh già cari amici, perchè questo credo che sia il vero problema: gareggiare, primeggiare, concorrere per ritagliarsi lo spazietto di superiorità verso chi ci sta intorno. Ed il marketig (che la sa lunga su questo) non ha perso tempo a capirlo e ad approfittarne. Perchè il gioco è sempre lo stesso, l'importante è fare soldi, per tutti....Nessuno escluso.....

Perchè riconosciamolo, la pubblicità in un certo senso ha ragione, non sono solo gli adolescenti ad approfittare di questa "dittatura relativistica", sono anche i trentenni, i quarantenni ed i cinquantenni che fanno a gara per mostrasi eternamente ragazzi, credendo che abbellendo il proprio corpo, ornandolo di oggetti preziosi, vestendolo all'ultima moda, si possano colmare tanti vuoti e lacune della vita e l'inesorabile età che avanza.

Questo vuol essere un semplice invito a riflettere. Oggi si parla di anticonformismo. Se si è diventati conformisti a farsi i tatuaggi tanto che i genitori lo consigliano ai figli (e fosse solo questo....) allora cerchiamo di essere veri anticonformisti per vivere una vera vita libera impregnata di sani valori e di impegno quotidiano a realizzare un mondo migliore.



lunedì 23 gennaio 2012

Voltaire l'in-tollerante



Mentre Diderot lo chiamava l’AntiCristo, lui dandogli indiretta conferma scriveva: «il cristianesimo è la belva feroce che ha succhiato il sangue dei miei simili», aggiungendo parole non proprio dolci nei confronti dei ministri di Dio: «i preti che ho odiato, odio e odierò fino al giorno del giudizio».

Non pago, al culmine della sua tolleranza, affermava: «Sono stanco di sentir ripetere che dodici uomini sono stati sufficienti per imporre il cristianesimo; ho voglia di dimostrare che uno solo basta per distruggerlo». 

Lui, Voltaire, fallì clamorosamente, la missione dei dodici no. 

La storia si ripete. La fine di chi cerca di distruggere la Chiesa, oggi come ieri è sempre la stessa: un mucchietto di polvere e cenere.

P.s. Ironia della sorte, il corpo del filosofo francese giace in un Pantheon (quello di santa Genoveffa a Parigi) dove periodicamente si svolgono funzioni religiose. Sconfitto ed umiliato.

sabato 21 gennaio 2012

Castellucci e l'angelo (decaduto) dell'Arte



Antonio Socci ha scritto qualche giorno fa una lettera aperta a Romeo Castellucci riguardo allo spettacolo “Sul concetto di volto nel Figlio di Dio”, cercando di mettere in luce la presunta buona fede del regista teatrale. Una chiave interpretativa, quella del giornalista toscano, suggestiva e controcorrente,  ma onestamente troppo forzata. Dipingere Castellucci come un mistico dei nostri tempi mi è sembrato, infatti, eccessivo. 

Proprio ieri leggevo un articolo di Rino Camilleri in merito ad una intervista che l'artista avrebbe rilasciato alla rivista australiana Real Time Arts nel 2002. 

Tra le tante cose che vi si possono leggere, emergono dichiarazioni a dir poco pesanti come la seguente in cui Castellucci tessendo le lodi dell'angelo decaduto afferma: 

"The Angel of Art is Lucifer. He is the first Being who puts on and assumes the costume and the clothes of another in order to Be. He has duplicated language and has translated it. The art of transformation is for him alone. He comes from the region of Non-being. The only way for him to return to the zone of Being is to write the name of another with his voice, with his body–and this is what the theatre is ".

Ovvero:

"L'Angelo dell'Arte è Lucifero. È lui il primo che assume le sembianze e le fattezze di un altro. È Lui il primo ad aver sdoppiato il linguaggio, salvo poi tradurlo. È Lui il primo, e l'unico, ad aver dominato l'arte della trasformazione. Egli proviene dalla zona del non-essere. L'unica possibilità per lui di tornare alla zona dell'Essere è farlo con la voce, il corpo, il nome di un altro. A questo serve il teatro".

Ora che è emerso l'illustre modello a cui l'artista si ispira, non vi sembra tutto più chiaro?


venerdì 20 gennaio 2012

Il sigillo di garanzia



Una volta che avremo trovato il modo migliore per parlare di Dio, non è sicuro che l’altro ci ascolti e si converta. Non è una cosa automatica. Non siamo nell'ambito della manipolazione, ma del libero incontro. Quando parliamo di Dio con la stessa forza di Gesù, alcuni si convertono, senza dubbio, ma altri finiscono per crocifiggerci.  La Croce, non gli applausi, è il segnale che abbiamo parlato bene.

Da una intervista a Fabrice Hadjadj su Studi Cattolici, Dicembre 2011

giovedì 19 gennaio 2012

Un amico....


Signore, aiutami ad essere per tutti un amico.
Un amico che sa attendere senza stancarsi, che sa accogliere con bontà, che sa donare con amore, che sa ascoltare senza giudicare, che sa ringraziare senza pretendere. Un amico speciale, che si fa trovare quando se ne ha bisogno.

 Aiutami ad essere un amico a cui ci si può rivolgere sempre, di giorno e di notte, quando lo si desidera.

Un amico capace di offrire riposo al cuore, capace di irradiare pace e gioia. Aiutami ad essere un amico disponibile soprattutto verso i più deboli, i discrimati e quelli che nessuno difende.

Un amico silenzioso, che senza compiere opere straordinarie, aiuti ognuno a sentirti compagno di viaggio, Signore della tenerezza.


(Don Angelo Saporiti, Commento sull'amicizia)

Quando la verginità fa notizia


"Vergine a 30 anni" è il titolo del best-seller venezuelano che in pochi mesi ha venduto 8000 copie. Ne parla Raffaella Frullone nel suo articolo che riportiamo di seguito.




"Virgen a los 30" un libro autobiográfico di Globovision

di Raffaella Frullone
tratto da LaBussolaQuotidiana.it

Uno dei best sellers dell’anno appena concluso in Venezuela, parla di castità. Nel paese caraibico, dove l’età del primo rapporto sessuale è scesa a 10 anni e dove le giovanissime vendono al miglior offerente “la prima volta”, a fare successo è un libro che riscopre il valore desueto della verginità.
Edito dal gruppo Planeta e al momento disponibile solo in spagnolo, “Virgen a los 30” ovvero “Vergine a 30 anni” è scritto da una giornalista dal fisico mozzafiato. Con il suo 90-60-90 e il suo metro e 75 centimetri di altezza, Vivian Sleiman lavorava come modella, una carriera decisamente promettente che la portò, nel 2001 ad un passo dal concorso di Miss Venezuela, che a sua volta le avrebbe aperto le porte allo scintillante mondo della moda e dello spettacolo.

In quel giorno di 11 anni fa che per la prima volta Vivian si sente svilita, quando un giurato le propone "una scorciatoia" per vincere la gara di bellezza, un compromesso grazie al quale la giovane modella avrebbe potuto ottenere facilmente la corona del concorso, se avesse rinunciato alla cosa più intima che poteva donare. Rifiutando ha detto addio al mondo delle miss.

Ultima di quattro fratelli, Vivian Sleiman racconta che quella di arrivare casta a 30 anni non era un’idea a cui aveva pensato da bambina, ma che si era fatta strada dentro di lei nel tempo. Mamma musulmana e padre cristiano, entrambi libanesi, i suoi genitori hanno divorziato durante gli anni dell’adolescenza, eppure l’ex modella afferma che è stato proprio lo stile di vita della madre ad ispirarla.

«Mio padre è l’unico uomo che mamma abbia mai baciato, è lei il mio modello da seguire. Non ho fatto nulla di straordinario, ma confesso che ad un certo punto della mia vita ho sentito la necessità di gridare al mondo quanto fosse necessario, soprattutto per noi donne, recuperare i valori perduti».
Vivian dichiara che la sua religione è quella dell’amore, sottolinea che la decisione di rimanere vergine non è stata un obbligo, ma che sente come naturale aspettare l’uomo giusto, quello della vita. «Se arriva, naturalmente – sottolinea. – Sono una donna appassionata che vive le emozioni con molta intensità, se ho deciso di non unirmi ad alcun uomo è proprio perché credo all’amore. Quello autentico, che va oltre il fisico, quello che diventa l’incontro di due anime». Nel volume la Sleiman parla anche del diritto della donna di farsi “aspettare” e del dovere dell’uomo di “attendere” il momento giusto. 

E il tema deve aver toccato corde particolarmente sensibili se il libro ha venduto in pochi mesi 8000 copie. Un esempio di come la  modernità possa sposarsi col rispetto della dignità della donna, un esempio che racconta come l'anelito al dono totale sia scritto nel cuore di ogni donna.

«Nel pieno del XXI secolo mi chiedo se sta sbagliando il mondo che ho attorno, oppure se sto sbagliando io, non lo so. So che come donna mi sono sentita frustrata in molte occasioni e oggi mi sento fortificata, mi sento bene perché non ho rinunciato ad essere me stessa».

lunedì 16 gennaio 2012

Unione Atei Agnostici Razionalisti Pagani


L'ottimo sito UCCRonline.it con un meraviglioso articolo pubblicato in data odierna, ha confermato quello che, in molti, già pensavamo. L'UAAR vanta tra le sue fila un nutrito gruppo di neo-pagani. 

Florasol Accursio (collaboratrice del sito UAAR.it) nickname florasol in un commento all'articolo “Flavio Oreglio e l’UAAR” del 2 luglio 2010 scriveva così : «confermo ad Enrico che io (pagana) e parecchi altri amici pagani, sostenendo fortemente la laicità dello stato e le battaglie ad essa finalizzate, siamo iscritti all’Uaar in buon numero“. 

Calcolando che gli iscritti sono circa 4000, significa che l’unica associazione di atei e agnostici italiana pullula di neo-pagani superstiziosi. Complimenti per la coerenza! 

Sulla statua di Giovanni Paolo II a Termini


Ricorderete tutti la statua di Giovanni Paolo II donata dagli Angelucci al Comune di Roma e opera di Oliviero Rainaldi. Non sono qui a parlarvi della somiglianza del soggetto rappresentato con il Marlon Brando degli ultimi tempi, ma per aggiornarvi sullo stato di salute della statua.

Ebbene, il criticato "capolavoro" bronzeo, è attualmente transennato per un intervento di "ritocco".
Qualcuno di voi, come il sottoscritto, starà pensando come si possa semplicemente ritoccare qualcosa di irrimediabilmente compromesso in partenza. Ad ogni modo ci fanno sapere che:  "sono previsti dei lavori per donare all'opera una nuova testa, ritoccare la patina, modificare il mantello e installare una base di sostegno più alta di 30 centimetri rispetto all'originale." 

Per quanto mi riguarda confidavo nella potenza dell'acqua, dello smog e dei generosi volatili della zona, ma niente da fare. Vediamo cosa uscirà fuori. Male che vada, ci ritroveremo con un utilissimo spaventapasseri in zona Termini.

sabato 14 gennaio 2012

Ho bisogno.....



Ho bisogno di Te Signore,


Ho bisogno del tuo abbraccio, ho bisogno della tua mano che terge le lacrime dai miei occhi....

Ho bisogno che il mio cuore venga riscaldato dalle fiamme del tuo.... E' freddo, raggelato da bufere di preoccupazioni, tempeste di pensieri inutili, risucchianti, devastanti....

Ho bisogno di vedere i tuoi occhi Gesù, quegli occhi,che  durante il tuo cammino terreno hanno penetrato le menti e scrutato i cuori, facendo cadere le barriere dell'orgoglio, dell'ipocrisia, della resistenza....

Ho bisogno del tuo sorriso Gesù, perchè è sincero, leale, rassicurante...

Signore, ho bisogno della tua Croce, perchè sublima la mia, le da senso, la colma di gioia, di serenità e di pace.....

Gesù.... ricordati di quando hai avuto bisogno, di fasce, di braccia che ti cullavano, di un padre che ti sosteneva, ricordati della solitudine del Getsemani, quando cercavi i tuoi discepoli, quando imploravi il Padre.... Tu solo sai, tu solo hai le chiavi delle stanze buie del cuore..... Spalanca le finestre, perchè possa entrarvi il raggio caldo e amoroso del tuo Spirito, perchè io possa gustare il tocco consolante della sua fiamma....

Dall'abisso della mia miseria, del mio peccato, della mia angoscia: un solo soffocato gemito si ode dalle mie labbra:

"Vieni o Gesù, ho bisogno di Te"...

(Anonimo)

Il comune di Bologna e quello scomodo registro vuoto


Ogni volta che si parla di coppie di fatto gli animi si scaldano ed il tono delle conversazioni si alza. Poi, immancabilmente, qualcuno punta il dito contro la Chiesa oscurantista, la sua ingerenza e bla bla bla parte il solito disco. 

Peccato però che in Italia, delle unioni di fatto, a nessuno importi un fico secco, perfino nella rossa Bologna, laddove dal 1999 esiste un apposito registro ad oggi ancora immacolato. 

Ad informarci di questo è la giovane consigliera comunale di Bologna, Valentina Castaldini

Il fatto che nel capoluogo emiliano nessuno, fino ad oggi, abbia richiesto l'attestato che riconosce la "famiglia affettiva", mi rafforza ancora di più nella convinzione che quello sulle "coppie di fatto" sia, in realtà, un discorso puramente ideologico, uno dei tanti pretesti per ferire la Chiesa di Cristo. 

L'astronauta James McDivitt, la Madre del Cielo e Loreto



Rino Camilleri ci informa su LaBussolaQuotidiana.it che nel 1967 il colonnello James McDivitt dell’aviazione americana (il primo a sinistra nella foto), cattolico, andò a Roma per il congresso mondiale dell’apostolato dei laici. Portò con sé una medaglia della Madonna di Loreto, protettrice degli aviatori. 

Nel 1969 fu lui a comandare la missione Apollo 9 che portò il primo LEM sul suolo lunare. Lui e gli altri astronauti (David Scott e Russel Schweickart) si fecero una foto in volo attorno a quella medaglia, foto che oggi si trova nel santuario di Loreto. 

Il 16 aprile 1970, quando si verificò l’incidente dell’Apollo 13 che tenne il mondo col fiato sospeso («Houston, abbiamo un problema»), i frati cappuccini di Loreto si riunirono in preghiera e digiuno invocando la Madonna.
La missione, da cui è stato tratto anche un famoso film con Tom Hanks, rientrò felicemente (Cfr. Paolo Brosio, Viaggio a Medjugorje, Piemme, pagg. 37-39). 

Potenza della preghiera.

giovedì 12 gennaio 2012

Le scimmie umane di Repubblica e gli uomini animali


Il Quotidiano "la Repubblica" che ormai da anni sposa la causa animalista, di tanto in tanto ci appioppa delle perle di bestialità. 

In un recente articolo di Sara Ficocelli si parla, ad esempio, delle sempre più incredibili (?) scoperte che la scienza sta conducendo sul comportamento scimmiesco. 

Quelli di Repubblica che vogliono sapere tutto, ma proprio tutto, suoi LORO antenati, sono informatissimi...per questo ci tengono moltissimo a farci sapere, emozionati, che le scimmie si comportano in modo umano: giocano d'azzardo, urlano e barattano sesso in cambio di cibo. 

Ma siamo veramente sicuri che quelli riportati siano comportamenti autenticamente umani? 
A me sembra che sia, piuttosto, l'uomo senza Dio a comportarsi come un animale. E stando così le cose, si capisce benissimo perché quelli di Repubblica si sentano così vicini ai loro antenati.

mercoledì 11 gennaio 2012

Quando si dice una prefazione d'autore


Di recente è uscito un libro a cura di Luigi Garlaschelli (l'autore delle ridicola brutta copia della Sindone) intitolato Lourdes, i dossier sconosciuti

Ovviamente vi sconsiglio l'acquisto per la mole di imprecisioni contenute, a partire dalla prefazione in cui Piergiorgione Tyson Odifreddi, il matematico impenitente, ne spara una delle sue. 

Ad andarci di mezzo questa volta è la povera Bernadette accusata ingiustamente di essere stata, testuali parole, "imbeccata dal parroco" in merito a quanto diceva di aver visto. Sì, avete capito bene, la solita storia dei preti brutti e cattivi, plagiatori senza scrupoli di bambini...in pratica le solite scuse usate ai tempi del comunismo sovietico per far fuori il clero (ma sarà certamente un caso!). 

Non conosciamo da dove il matematico impertinente abbia attinto la notizia, probabilmente da un suo brutto sogno, per contro, però, conosciamo molto bene la Storia, quella con la S maiuscola, fatta di documenti realmente consultabili.

L'ampia documentazione storica sui fatti di Lourdes riporta che Bernadette non solo conobbe il parroco Peyramale dopo la tredicesima apparizione, ma che per giunta da questi fu perfino maltrattata e pesantemente minacciata. Praticamente l'esatto contrario di quanto affermato da Odifreddi.

Questa volta, prof,  ti prendi un bel 2 in storia, che sommato a quello in statistica e quello in religione (per via degli sfondoni scritti nei tuoi libri) comincia a fare una pessima media. Bocciatura in vista?

Il paleolitico, i lupi e Danilo Mainardi



Ho letto l'articolo di Danilo Mainardi sul Corriere della Sera in merito al via libera delle visite animali negli ospedali. 

L'etologo dopo aver scritto dell'antico ed immutabile rapporto affettivo tra l'uomo e il suo amico a quattro zampe (?), con tono sdolcinato afferma: "penso ai nostri antenati del paleolitico che per primi scoprirono quel vincolo fatto d'affettività che li legava, contraccambiati, ai primi giovani lupi da essi addomesticati". Arrivato a questo punto, ammetto di essermi sbellicato dalle risate. 

Giovani lupi addomesticati? Non so se avete mai visto qualche documentario sui lupi... ora a meno che non vi chiamate san Francesco, Mowgli, Shaun Ellis o James di Twilight, l'avere a che fare con un branco di lupi non è propriamente un'esperienza esaltante. Figuriamoci poi se i cacciatori del paleolitico si mettevano a giocare con i lupi! Non penso che avessero grandi alternative tra il venire sbranati e il cibarsi delle loro carni! 

Ma si sà, per Mainardi il rapporto dell'uomo con i canidi è fondato su un vero "sentimento di amore" (sic) e l'amore è cieco, ma che dico cieco...folle. 

Ora, il buon professore sarà pure un etologo affermato (chi non lo ricorda seduto sulla poltrona della trasmissione Quark di Piero Angela?), ma da buon Europeo non credo abbia minimamente preso in considerazione quella buona fetta del mondo civile in cui i cani costituiscono ancora oggi una pietanza prelibata come altre. E non stiamo parlando di occulte tribù sperdute nelle forteste, ma di popolazioni africane, asiatiche, sudamericane che semplicemente non vedono nulla di male nel cibarsi di carni canine. 
Su questo argomento i miei amici indonesiani, con buona pace del prof. Mainardi, ne sanno qualcosa.



martedì 10 gennaio 2012

I Maya, il 2012 e il Pic de Bugarach




A quanto pare all’Apocalisse generale vaticinata dai Maya (o meglio dal teorico della New Age, José Argüelles) per il 2012, sopravviverà soltanto un paesino francese chiamato Bugarach. A dirlo è il solito gruppo di occultisti catastrofisti newager accompagnati dagli immancabili speculatori d'occasione.

Perché il mondo debba finire dappertutto tranne lì sopra non è dato capire. Sta di fatto che digitando le parole Bugarach 2012 su Google appaiono 1.960.000 risposte in continuo aumento. Sembra addirittura che in migliaia si stiano già organizzando per colonizzare il tranquillo paesino di montagna in vista dell'avvicinarsi della fatidica data. 

Le ragioni di tanto successo sono molteplici: sul Pech (il monte che sovrasta Burgarch) per alcuni ci sarebbe un anomalo magnetismo; per altri una base aliena; per altri ancora l’Arca dell’Alleanza o il sepolcro di Cristo. E ancora: il tesoro dei templari, la sepoltura di Maria Maddalena, la terza dimensione, una città catara, un parcheggio di Ufo e chi più ne ha più ne metta. Insomma, un vero e proprio pozzo di san Patrizio dell'esoterismo. 

Dicono che per raggiungere Burgarch occorra fare un vero e proprio viaggio della speranza: un aereo, un treno, un pullman e un taxi... Ci dispiace per chi facendo tanta fatica si troverà il 21 dicembre del 2012 ad attendere una fine che puntualmente non arriverà.

Ai visitatori delusi consigliamo di prepararsi a festeggiare il Santo Natale nella piccola chiesetta del paese, in cui non troveranno né santi graal, né extraterrestri ad attenderli, ma un piccolo bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoria.

Nel silenzio di quella notte, a Burgarach come in tutte le chiese del mondo, si contemplerà ancora il mistero dell'Incarnazione, si festeggerà la nascita del Salvatore, quello vero. E chissà che per qualcuno, quel giorno, non rappresenti davvero la fine di una vita e l'inizio di un'altra!


lunedì 9 gennaio 2012

Il Cristo imbrattato di Romeo Castellucci



di Gianfranco Amato
tratto da Culturacattolica.it
titolo Il volto imbrattato

C’è davvero poco di artistico nell’opera intitolata Sul concetto di Volto nel figlio di Dio del regista e sceneggiatore Romeo Castellucci, che si terrà al Teatro Parenti di Milano dal 24 al 28 gennaio prossimo.

Disgustosa la scenografia, ma ancor più disgustoso il contenuto blasfemo della rappresentazione. La scena si svolge in una stanza bianca e immacolata in cui un anziano incontinente guarda la televisione ad alto volume. Ad accudire quel vecchio ci pensa un altro personaggio, il figlio, il cui compito si traduce in una sorta di fatica di Sisifo. Infatti, ogni volta che si concludono le operazioni di pulizia del corpo del padre, una nuova scarica di dissenteria vanifica i gesti compiuti dal figlio, costringendolo a ricominciare da capo. Si tratta di un’opera iperrealista destinata a colpire i sensi dello spettatore, non solo la vista e l’udito, ma anche l’olfatto, poiché ogni volta che l’anziano padre evacua, si spande per la sala un odore acre e fastidioso. Su tutta la scena domina la riproduzione gigantesca di un quadro rinascimentale raffigurante il volto di Gesù – il celebre Salvator Mundi di Antonello da Messina –, volto che nel finale viene imbrattato di liquame, e si squarcia per lasciare in evidenza una frase che rappresenta la provocazione del regista: “You are not my shepherd” (Tu non sei il mio pastore).

Definire un’oscenità irriverente quest’opera non è semplice moralismo. E per essa non può valere l’idea, che va purtroppo diffondendosi anche in alcuni ambienti cattolici, per cui è meglio tacere per non pubblicizzare ulteriormente una rappresentazione blasfema.

In realtà il Volto di Cristo è ciò che di più caro ha la tradizione cristiana. Per quel Volto uomini come il pakistano Shahbaz Batthi hanno rischiato la vita e subito il martirio. Con quale coraggio, quindi, i cattolici italiani possono tacere di fronte ad una simile ingiuria. Con quale coraggio possono declamare in chiesa il salmo 28, «Il Tuo volto Signore io cerco», e poi restare inerti e silenziosi, per misere ragioni di opportunistica convenienza, dinnanzi al Suo oltraggio? 

Se il volto di nostra madre, o della persona più cara che abbiamo, fosse insozzato con escrementi umani in un’opera teatrale, noi faremmo di tutto per impedirlo. E la legge sarebbe dalla nostra parte. A proposito di legge, mi pare che il nostro ordinamento giuridico preveda ancora la fattispecie penale di cui all’art. 404, secondo comma. Si tratta del reato di offese a una confessione religiosa mediante vilipendio o danneggiamento di cose, recentemente modificato dall’art. 8 della L. 24 febbraio 2006, n. 85, il quale prevede che «chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibili o imbratta cose che formino oggetto di culto o siano consacrate al culto o siano destinate necessariamente all'esercizio del culto è punito con la reclusione fino a due anni».  Poiché non mi risulta sia stata ancora abrogata l’obbligatorietà dell’azione penale, sarebbe interessante verificare se qualche Procuratore della Repubblica avvertisse il dovere di intervenire sulla vicenda. Magari in via cautelativa, impedendo così la commissione di un reato. 

Non si può neppure immaginare cosa sarebbe successo se al posto della gigantografia del Cristo di Antonello da Messina, ci fosse stata quella del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Probabilmente sarebbe già intervenuta l’Arma dei Carabinieri. 

Ma Romeo Castellucci, che nel 2002 è stato nominato Chevalier des Arts et des Lettres dal Ministro della Cultura della Laica Repubblica Francese, conosce bene la differenza tra Stato e Chiesa, e sa altrettanto bene, quindi, chi può colpire impunemente. Vive la laïcité! 

L'uomo tigre e la piramidologia


Guardando la quattordicesima puntata della seconda serie dell'Uomo tigre intitolata "La cintura delle piramidi", un caro amico ha notato qualcosa di insolito. 
Al minuto 5:35 l'episodio descrive  con dovizia di particolari una pratica olistica particolarmente cara al mondo New Age, quella piramidologica

Vediamo brevemente di cosa si tratta.

Il primo a interessarsi delle presunte facoltà energetiche delle piramidi fu lo studioso di fenomeni occulti e sedicente sensitivo Antoine Bovis che realizzò esperimenti per accertare il loro effetto sulla mummificazione di animali morti. 

Successivamente un ingegnere in pensione di nome Karel Drbal e altri studiosi si spinsero oltre e attribuirono alle piramidi il potere di affilare lamette e coltelli, conservare i cibi, ritardare l'inacidimento del latte, favorire la crescita dei vegetali, purificare l'acqua inquinata, ecc. 

Più recentemente ha preso campo la "Piramid Therapy", ovvero la bizzarra credenza secondo la quale le piramidi presenterebbero addirittura proprietà terapeutiche. Esse sarebbero in grado di migliorare le prestazioni fisiche e mentali di soggetti fatti sdraiare al loro interno e di curare diverse patologie, facendo riacquistare le energie perdute ai pazienti.

Ovviamente esperimenti scientifici hanno attestato la totale inconsistenza di tali teorie energetiche. Ne deriva che anche la piramidologia come molte altre pratiche olistiche si fonda su principi magico-esoterici inconciliabili con il nostro credo.

Imbattersi in questo genere di pratiche non è poi così difficile.
Le famose Terme di Chianciano, ad esempio, all'interno di uno specifico percorso detto "sensoriale" presentano ai loro clienti la possibilità di usufruire di una "piramide energetica" che a detta degli stessi sarebbe: 
in grado di convogliare l’energia cosmica per far crescere in fretta i vegetali, purificare l’acqua inquinata, accelerare la cicatrizzazione delle ferite, curare lo stress e gli stati di insonnia nei soggetti che si trovano all’interno della struttura.
Naoto Date, l'uomo tigre della prima serie, non avrebbe fatto ricorso a questi mezzucci.
Un sonoro buuuu a Tommy Aku.


giovedì 5 gennaio 2012

L'incompatibilità della pratica Yoga con la fede in Cristo



Che cosa è lo yoga? 
La parola yoga significa "unione", l'obiettivo dello yoga è quello di unire il propria transitorio (temporaneo) sè, "JIVA" con l'infinito "Brahman", la sostanza spirituale, impersonale, che è tutt'uno con la natura e il cosmo, la sostanza divina impersonale che "pervade, avvolge e alla base di tutto". 

Lo yoga ha le sue radici nelle Upanishad indù, risalente a 1.000 prima di Cristo, ed ha come fine quello di "unire la luce dentro di te con la luce del Brahman". "L'assoluto è all'interno di uno stesso", dice il Chandogya Upanishad, "TAT Tuam ASI" o "sei tu quello". Il Divino dimora in ognuno di noi attraverso il suo rappresentante microcosmico, il sé individuale chiamato "Jiva". 

Nella Bhagavad Gita, il Signore Krishna descrive il Jiva come "la mia porzione eterna", e "la gioia dello Yoga viene allo yogi che è uno con Brahman". 

Nel 150 d.C., lo yogi Patanjali ha spiegato gli otto modi che conducono le pratiche Yoga dall'ignoranza all'illuminazione
Tali otto vie sono come una scala ascendente: 
l'autocontrollo (yama), l'osservanza religiosa (niyama), le posture (asana), gli esercizi di respirazione (pranayama), il controllo dei sensi (pratyahara), la concentrazione (dharana), la contemplazione profonda (dhyana), la illuminazione (samadhi). 

E' interessante notare, qui, che le posture e gli esercizi di respirazione, fondamentali nello yoga più diffuso in Occidente, rappresentano i punti 3 e 4 di questo vero e proprio cammino di unione con il Brahman

Lo yoga non è solo un elaborato sistema di esercizi fisici, ma costituisce una vera e propria disciplina spirituale con la pretesa di condurre l'anima al Samadhi, l'unione totale con l'essere divino. 

Samadhi è lo stato in cui il naturale e il divino diventano uno, l'uomo e Dio diventato uno senza alcuna differenza (Brad Scott. "Esercizio o pratica religiosa? Yoga: Che cosa mai l'insegnante ha insegnato in quella classe di Hatha Yoga" in "Expositor Watchman", Vol . 18, No. 2, 2001).

Una tale visione è radicalmente contraria al cristianesimo che distingue chiaramente tra Creatore e creatura, Dio e uomo

Il nome "yoga" porta già in sé il riferimento esplicito ad un mondo lontano dal cristianesimo, ad un pensiero molto elaborato e distante dal Vangelo. Dire semplicemente "faccio yoga per il benessere del mio corpo", oppure "che male c'è a fare yoga, tanto è solo esercizio fisico" è un grave errore, una leggerezza intollerabile, perché di fatto più o meno inconsapevolmente lo yogi aderisce ad una vera e propria pratica religiosa. 

Diffidate perciò da tutti coloro che nelle vostre parrocchie o nei luoghi in cui lavorate, pur presentandosi come cattolici vi parlano di yoga e vi fanno discorsi sul riprendere consapevolezza dell'essere scintille divine, oppure vi tirano in ballo grandi dottori della Chiesa come Tersa d'Avila o Giovanni della Croce per giustificare le loro astruse teorie. Dietro l'uso di termini ambigui si nasconde la menzogna. 

Chi accetta lo yoga e le filosofie ad esso affini, accetta l'emanazionismo ed il panteismo, ed in alcuni casi, quando ad esempio si fa ricorso ai mantra, perfino alla divinazione.

La filosofia e la pratica dello yoga si basano sulla convinzione che l'uomo e Dio sono uno. Si insegna a concentrarsi su se stessi invece che sul vero Dio. Esso incoraggia i suoi partecipanti a cercare le risposte ai problemi della vita e le domande entro la propria mente e coscienza, invece di trovare soluzioni nella Parola di Dio attraverso lo Spirito Santo come è nel Cristianesimo. 
Così si lascia sicuramente la porta aperta all'inganno del nemico di Dio.